Negli ultimi anni le gravi catastrofi naturali hanno causato danni per miliardi di dollari a causa delle condizioni climatiche estreme.
Sempre più studi scientifici indicano un aumento delle condizioni meteorologiche semi-stazionarie e la loro correlazione con il surriscaldamento globale e l’innalzamento considerevole della temperatura nell’Artico.
Questo argomento è affrontato nell’ultima pubblicazione di Munich Re, “Topics Geo 2014”, con analisi dettagliate e una ricca raccolta di dati sulle catastrofi naturali degli anni precedenti.
Andamenti meteorologici “persistenti” si possono sviluppare in inverno quando masse d’aria fredda provenienti dall’Artico giungono alle medie latitudini e permangono per diverse settimane, causando danni ingenti.
In estate aree di alta o bassa pressione stazionarie possono portare caldo/siccità o precipitazioni/alluvioni.
Tali andamenti meteorologici, che in alcuni casi durano per settimane, giustificano molte catastrofi naturali avvenute nel 2014, tra cui le pesanti nevicate e gelate invernali che hanno colpito molte regioni degli Stati Uniti, causando miliardi di dollari di danni, e le tempeste di vento e le alluvioni in Gran Bretagna a febbraio.
L’andamento generalmente costante della corrente a getto sul Pacifico orientale, Nord America e Nord Atlantico ha determinato un inverno glaciale negli Stati Uniti ma mite in Europa.
Dodici grandi tempeste invernali hanno travolto la Gran Bretagna e l’Irlanda da dicembre 2013 a metà febbraio 2014, causando anche alluvioni gravi.
Nel Nord America l’inverno rigido ha causato in totale danni stimati per circa 4 miliardi di dollari statunitensi, di cui 2 miliardi e 3 milioni erano assicurati.
Le alluvioni in Gran Bretagna hanno portato a danni per un totale di 1 miliardo e 5 milioni di dollari statunitensi, dei quali erano assicurati 1 miliardo e 1 milione.
Anche le tempeste di neve in Giappone sono da attribuire agli alterati modelli di circolazione atmosferica nell’emisfero boreale descritti prima. Sono considerate la catastrofe naturale più costosa dell’anno: hanno causato in totale danni per 5 miliardi e 9 milioni di dollari statunitensi, dei quali 3 miliardi e 1 milione assicurati.
“Le condizioni climatiche persistenti sono causate da ondate insolitamente stazionarie della corrente a getto: un insieme di venti forti ad alta altitudine, che separano la massa d’aria fredda artica da quella calda subtropicale.
Eventi climatici, come il lungo inverno nel Nord America del 2014, sono causati proprio dai cosiddetti “promontori” e “saccature” della corrente a getto, allungati verso sud o nord.
Anche le pesanti precipitazioni o le ondate di calore nei mesi estivi possono essere causate da questo fenomeno”, ha affermato Peter Höppe, capo dell’unità Geo Risks Research a Munich Re.
La correlazione tra il cambiamento climatico, in particolare il fortissimo surriscaldamento della regione artica, e queste condizioni climatiche alterate è al centro di intensi dibattiti nella comunità scientifica.
“Non è ancora possibile tracciare un nesso causale ma c’è una catena logica di indizi,” ha dichiarato Höppe.
La nuova ricerca di Munich Re evidenzia come il surriscaldamento dell’Artico sia un fattore importante nell’aumento e nella persistenza di blocchi di aria fredda diretti a sud, come avvenuto nel 2014 nel Nord America e in Asia.
Uno studio del Potsdam Institute for Climate Impact Research stabilisce anche una correlazione tra gli eventi climatici estremi che si verificano in estate e il veloce scioglimento dei ghiacci nell’Artico.
A questo proposito, meritano di essere menzionate le alluvioni in Europa (1997, 2002, 2013) e le ondate di calore nel Nord America (1983, 1984, 2011, 2012).
Oltre ai trend di lungo periodo e alle catastrofi naturali del 2014, Topics Geo 2014 tratta del possibile uso dei social network sia per soccorrere le vittime di disastri naturali che per valutare i danni.
“Se usassimo le informazioni tratte dai social media in modo più efficiente, potrebbero delinearsi prospettive del tutto nuove per la gestione delle crisi e delle catastrofi.
In futuro il settore assicurativo potrà usufruire di stime dei danni più veloci e precise, se riuscissimo ad utilizzare queste informazione in modo ancora più sistemico,” afferma Torsten Jeworrek, amministratore delegato dell’unità Reinsurance a Munich Re.
Nel 2014, per il terzo anno consecutivo, i danni causati dalle catastrofi naturali sono rimasti al di sotto della media di lungo termine: in totale hanno raggiunto i 110 miliardi di dollari statunitensi, un calo rispetto alla media decennale di 190 miliardi di dollari.
I danni assicurati ammontavano a circa 31 miliardi di dollari statunitensi (contro la media decennale di 58 miliardi di dollari).
Nonostante 7.700 persone siano morte a causa delle catastrofi naturali, il numero è stato significativamente al di sotto della media e supera di poco il totale delle vittime visto l’ultima volta nel 1984 (circa 7.000 morti).
Jeworrek ha continuato: “sarebbe sbagliato desumere, sulla base degli ultimi anni, che si tratti di un’inversione di tendenza. Negli ultimi decenni il trend è stato marcatamente in salita, guidato principalmente dall’aumento dei valori esposti.”